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Epica e Miti, Racconti e Leggende

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martedì 12 aprile 2011

Brahma il Creatore


Brahma, seduto sopra il loto, dove finiva di nascere, volgendo il suo sguardo all'intorno, non percepiva altro, con gli occhi dei suoi quattro volti, che l'immensa distesa delle acque coperte da una spessa nebbia. Sopraffatto dall'ammirazione nel contemplare quello spettacolo rimase a lungo in profonda meditazione. Disperava di poter risolvere i suoi dubbi, quando una voce si fece sentire alle sue orecchie, consigliandogli di implorare l'aiuto dell'Essere Supremo. Brahma obbedì a questo comando e all'istante apparve il Dio, sotto la forma di un uomo dalle mille teste. Per un istinto di rispetto, Brahma si prostra, adora l'eterno e intona le sue lodi. Soddisfatto da questo omaggio, la divinità, dissipa le tenebre mostrando a Brahma lo spettacolo della sua essenza, dove erano occultate come addormentate, tutte le forme e la vita di tutte le creature, gli concede il potere e la facoltà di produrre e sviluppare queste forme ed esistenze. Brahma rimase assorto nella contemplazione di questo quadro grandioso, per la durata di un anno, equivalente a 3.110.400.000.000 anni solari e solo allora Hiranyagarba cominciò la sua opera. Con il solo potere del pensiero, divise l'uovo in due parti, con le quali formò rispettivamente il cielo e la terra. Collocò nel mezzo l'atmosfera. Questo è quello che viene chiamato i tre mondi. In questo intervallo fece la distribuzione delle otto regioni celesti che comprendevano i quattro punti cardinali e gli altri quattro punti intermedi: creò i sette Wargas o sfere celesti, i sette Patala o regioni inferiori, che insieme costituiscono i quattordici mondi di purificazione. Il primo di questo mondo, che è in alto nel cielo, si formò dal cervello di Brahma; il secondo dai suoi occhi, il terzo dalla sua bocca, il quarto dalla sua orecchia destra, il quinto dal suo palato e dalla sua lingua, il sesto dal cuore e dalle altri organi interni, il settimo dal suo ventre, l'ottavo dai suoi genitali, il nono dal suo muscolo destro, il decimo dalle sue ginocchia, l'undicesimo dal suo tallone, il dodicesimo dalle dita del piede destro, il tredicesimo dalla pianta del suo piede sinistro e il quattordicesimo dall'aria che lo circondava. Da Paraatma, l'Anima suprema, produsse la coscienza il sentimento l'intelligenza e tutto quello che era suscettibile di ricevere le tre qualità di bontà passione e oscurità; I cinque sensi corporali e gli organi indispensabili per l'azione, come la voce, le mani, i piedi, l'orifizio del tratto intestinale e l'apparato riproduttivo. Fece infine gli atomi costitutivi dei cinque elementi: Etere, Aria, Acqua, Terra e Fuoco i quali combinati tra loro servirono per la formazione di tutti i corpi. Creò in seguito la Luna, che racchiude in sé l'acqua vitale, origine di tutte le acque; il Sole, il cui splendore è lo stesso di cui riluce il Creatore di tutte le cose. Ai lati del sole erano la notte e il giorno, le stelle sono il suo volto; la terra e il cielo la cavità della sua bocca. Con il sole fu creato anche il tempo. Fin dall'eternità il tempo viveva racchiuso in Parabrahma; però non aveva alcun limite. Brahma creò inoltre i Veda che uscirono dalle sue quattro bocche, insieme alla devozione, alla parola e al piacere, e popolò la vasta estensione dell'universo di Geni e Dei, chiamandoli Asura e Deva e altri ancora con l'incarico di animare, dirigere e governare le differenti parti della creazione.
La terra nonostante tutto rimaneva ancora deserta, Brahma, decise infine di popolarla, Per questo, divise il suo corpo in due parti, questa divisione lo trasformo' meta femmina e metà maschio, dall'unione di queste due metà fu generato Viradi, che subito dopo la nascita si consegnò all'austerità più severa. Manu-Swayambhuva diede a Viradi Satarupa come moglie, benedicendoli, disse loro di riprodursi e moltiplicarsi sopra la terra.
A sua volta, Manu diede i natali a dieci santi eminenti chiamati Maharchis o Prajapati, signori di tutte le creature, i quali a loro volta generarono dieci Manu che nella loro era hanno diretto e costruito il mondo.
iManu si accostò a Satarupa e da questo contatto nacquero la prima coppia di esseri umani, Adimo il primo uomo, e Prokiti, la prima donna. In seguito la coppia cambiò forma, Satarupa apprese le sembianze di una vacca e Manu quella di un toro e da questa unione nacquero due vacche. Successivamente presero le sembianze di una giumenta e di un cavallo e da questa unine nacque la razza equina, così di questo passo furono create ogni coppia di animali, fino alle formiche e agli insetti più piccoli.
Sopra il mito della creazione esistono comunque in India altre leggende, alquanto diverse da questa. Brahma produsse per sua volontà un figlio chiamato Brahmana, che significa sacerdote, al quale affidò i quattro Veda, altrettante parole delle sue quattro bocche, con la missione di insegnare a tutti il contenuto di questi libri divini.
Brahmana si consegnò totalmente alla vita ascetica e solitaria; era però esposto continuamente agli attacchi delle fiere affamate che popolavano i boschi ancora deserti, supplicò allora suo padre affinché lo aiutasse in quella circostanza. Immediatamente Brahma tirò fuori dal suo braccio destro un secondo figlio, che chiamò Chatrya, come dire guerriero, e dal braccio sinistro la sua sposa chiamata Chatriyani. Occupati com'erano a difendere Brahmana, si trovarono nell'impossibilità di provvedere alle proprie necessità. Brahma allora, tirò fuori dal sua coscia destra un terzo figlio, Vaisya e da quello sinistro sua moglie Vaisyani. Subito operativi, si dedicarono all'agricoltura, alle arti e mestieri e al commercio; siccome quest'ultima forma di creazione non era ancora del tutto sufficiente a far fronte al lavoro che era stato imposto da Brahma, decise di creare dal suo piede destro un quarto figlio chiamato Sudra e dal piede sinistro Sudrani la sua donna. A costoro furono assegnati i compiti di svolgere tutte le funzioni servili. Di tutti i suoi fratelli, solo Brahmana era rimasto privo di una compagna, preso dal dispiacere di quella che lui reputava una ingiustizia andò a lamentarsi con suo padre Brahma. Brahma cercò invano di farlo riflettere sul perché era stato generato. Egli era stato creato per la preghiera, la meditazione, l'istruzione, per innalzare le lodi agli Dei, un matrimonio sarebbe stato per lui un legame talmente forte da distrarlo dai suoi doveri. Per nulla convinto di questa spiegazione tornò ad insistere, facendo infuriare Brahma, il quale per castigarlo gli diede in sposa una figlia appartenente alla razza maledetta dei giganti. Da questi diversi legami gli Indù fanno derivare le quattro caste.
Il corpo dell'uomo dell'uomo, o Bhut-Atma, formato dai cinque elementi sottili, corrispondenti ai cinque sensi e ai cinque elementi più grandi che si riferisce alle cinque membra, strumento di ogni azione e movimento, furono vivificato da Om o Prana in tutte le sue parti Questi dieci sensi e Prana che costituisce il legame di tutti, sono le undici vie o mezzi per le quali l'uomo recepisce ogni impressione e idee di ogni genere; per questo il suo corpo si designa con il nome figurato di città dalle undici porte. Io stesso corpo umano è l'abitazione e la residenza di due anime, le quali pur essendo distinte sono l'origine di una stessa natura. La prima si chiama Djiatma; è l'anima individuale, la comprensione e la coscienza; la seconda si chiama Atma, è l'anima universale, la Trimurti o la stessa trinità, le cui tre personalità risiedono nell'ombelico, nel cuore e nel cervello. Formato a immagine dell'universo con la stessa vita ed elementi del corpo umano è per questa ragione chiamato piccolo mondo o epilogo della creazione intera.