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giovedì 14 aprile 2011

El Amaru, il serpente alato

Sotto il sole implacabile morivano le piante e scomparivano persino i licheni. Senza più alberi che davano ombra, la terra polverosa si spaccava. Anche le piante grasse che fioriscono nell'aridità sentivano i loro petali marcire. Il bocciolo che era ancora intatto reagì alla morte. I suoi petali si trasformarono in ali, divenne un colibrì e fuggì via dalla pinta calcinata.
Volò alla cordigliera ed arrivò fino alla laguna di Wacrachoca. Senza attardarsi a bere, la contemplò per un attimo, poi si diresse verso il picco Waitapallana. Si posò esausto sulla cima gelata dal vento e con il suo ultimo respiro supplicò tenerezza e pietà al padre Waitapallana, salvezza dalla siccità. Morì il colibrì e Waitapallana si sentì angosciato per la terra devastata e sterile. Era così forte il suo dolore che due lacrime di dura roccia caddero verso la laguna, le acque si aprirono ed il mondo tremò. Le due lacrime svegliarono El Amarù che dormiva con la testa giusto sul fondo del lago.
La terra tremò, le acque si mossero mentre appariva tra le spume Amarù: serpente alato con la testa di lama e coda di pecse, gli occhi cristallini e il grugno roccioso. Amarù si levò nell'aria con gli occhi fiammeggioanti per l'ira. Diecimila guerrieri con corazze e lancie si posero sul suo cammino.
La lotta fù feroce e dalla bocca di Amarù si levò una nebbia che avvolse le montagne, dalle sue ali cadde una pioggia torrenziale, dai riflessi dorati delle belle squame svettò in cielo l'arcobaleno. Così rinacque la vita che sembrava estinta, rinverdì la terra che si riempì d'acqua chiara.




Alla ricerca dell'El Dorado - Alberto Luna