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Epica e Miti, Racconti e Leggende

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sabato 26 marzo 2011

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All'inizio deo tempi tutto era sospeso, tutto era calmo e silenzioso; tutto era immobile, tutto era in uno stato di quiete, e vuota era l’immensità del cielo. Ecco, allora, la prima parola e il primo discorso. Non c’era ancora un solo uomo, né un animale, né uccelli, pesci, granchi, legno, pietre,caverne, dirupi, erbe o pascoli: solamente il cielo esisteva. La faccia della terra non si era ancora manifestata, c’era solo il mare pacifico e tutto lo spazio del cielo. Non c’era ancora niente che formasse un corpo, che si arrampicasse ad un altro corpo: niente che si muovesse e facesse un minimo tremito, che facesse udire un suono nel cielo, in tutto lo spazio del cielo. non c’era nulla di emerso; non c’era che l’acqua tranquilla, che il mare calmo e solo tra i suoi confini. Non c’era che l’immobilità e il silenzio nelle tenebre, nella notte. Così solo stava il Creatore, il Formatore, il Dominatore, il Serpente coperto di piume, Colui che genera, Colui che dona l’essere, stava sopra l'acqua come una luce grandissima. Era avvolto di verde e di azzurro; ecco perché il suo nome é Cucumatz; dei più grandi saggi è l’ essere. E così che il cielo esiste, come esiste ugualmente il cuore del cielo; questo è il nome Dio; è così che si chiama. Giunse nelle tenebre della notte la parola, arrivò qui con il Dominatore e Cucumatz, ed essi parlarono si consultarono e meditarono: si compresero, unirono le loro parole e i loro pensieri. Arrivò il giorno mentre si consultavano e al momento dell’aurora si manifestò l’uomo, mentre tenevano consiglio sopra la creazione e la crescita dei boschi e delle liane, sopra la natura della vita e dell’umanità (creata) dalle tenebre e nella notte da colui che è il Cuore del cielo, il cui nome è Hurakan.
Il Lampo è il primo segno di Huracan; il secondo è la solco del Lampo; il terzo è la Saetta che colpisce; questi tre sono il Cuore del cielo. Venne allora con il Dominatore, Cucumatz e tennero consiglio sulla vita civilizzata; su come fare la semina, come fare la luce; chi doveva essere il sostenitore e il nutritore degli dei. Che sia fatto così. Adempite, (fu detto loro). Che queste acque si ritirino e cessino di ostacolare, affinché la terra esita, che emerga e presenti la sua faccia, per essere seminata e che la luce del giorno splenda nel cielo e sulla terra; però noi non riceveremo ne gloria ne onore da tutto quello che abbiamo creato e formato, finché non esisterà la creatura umana, la creatura dotata di ragione. Così parlarono, mentre la terra si formava per opera loro. Fu così che venne fatta veramente, la creazione della terra: terra essi dissero e all’istante la terra si formò. Come una nebbiolina o come una nube si formò nel suo stato materiale, simile ad un granchio apparvero sopra alle acque le montagne e in un solo momento esistettero le montagne. Solamente per un potenza e un potere meraviglioso, si è potuto potuto fare quello che è il risultato ( della creazione) dei monti e delle valli, seguito immediatamente dalla creazione di boschi di cipressi e di pini (che apparvero) in superficie. Fu così che Cucumatz si riempi di gioia: che tu sia il benvenuto, (esclamò), o cuore del Cielo, o Hurakan, o Solco del Lampo , o Fulmine che ferisce! Tutto quello che noi abbiamo creato e formato, avrà il suo sviluppo, risposero. E formarono prima la terra, i monti e le pianura, furono divisi i corsi d’acqua; i ruscelli si allontanarono serpeggiando tra tutte le montagne; E’ in questo ordine che le acque esistettero, dopo che le grandi montagne emersero. Così fu creata la terra, quando fu formata da coloro che sono il Cuore del cielo e il Cuore della terra; infatti così si chiamano coloro che per primi la fecondarono, quando il cielo e la terra ancora inerti erano sospesi in mezzo all’acqua. Questa fu la sua fecondazione quando essi la formarono, mentre ancora meditavano, sopra la sua composizione e il suo perfezionamento
In seguito diedero la fecondità agli animali della montagna, che sono i guardiani dei boschi, degli esseri che popolano le montagne, dei cervi, degli uccelli, dei leoni, delle tigri, dei serpenti, delle vipere; e del Kanti, guardiano dei rampicanti. Allora parlò Colui che genera, Colui che da l'essere: per rimanere nel silenzio, per restare immobile dall'ombra dei boschi e dei rampicanti sarà buona cosa che vi siano degli esseri per abitarlo. Cosi parlarono mentre procedevano all'opera di fecondazione, discutevano: e immediatamente ci furono i cervi e gli uccelli, distribuirono i cervi e gli uccelli nei luoghi dove avrebbero abitato.
Tu cervo alla riva del fiume e nei canneti dormirai, qui è dove tu abiterai, tra i boschi e i pascoli; nei boschi ti moltiplicherai, comminerai sui quattro piedi, vivrai sopra le quattro zampe. Così fecero come gli era stato comandato. Furono distribuite anche le abitazioni degli uccelli grandi e piccoli: voi uccelli, vivrete in alto sopra gli alberi, in alto in cima alle liane farete il vostro nido, e vi moltiplicherete; voi vivrete procreerete sopra i rami degli alberi e delle liane. Così fu detto ai cervi e ai uccelli, mentre facevano quello che dovevano fare, e tutti costruirono la loro abitazione. Fu così che Colui che genera, Colui che da la vita, diede rifugio agli animali della terra. Terminata la creazione di tutti i cervi e di tutti gli uccelli, fu detto dalla voce del Creatore e del Formatore, di Colui che genera , di Colui che da la vita: bramite, cantate ora, poiché la facoltà di bramire e di cantare vi è stata concessa, fate udire il vostro linguaggio, ciascuno segua la propria specie, secondo il suo genere, così fu detto ai cervi, agli uccelli, ai leoni, alle tigri e ai serpenti. Scegliete il nome (con il quale invocarci), per noi vostra madre, per noi vostro padre, invocateci come l' Uragano, la Saetta del fulmine, il Raggio che colpisce, il Cuore del cielo, il Cuore della terra, il Creatore e il Formatore, Colui che genera Colui che da l'essere, parlate, chiamateci, salutateci, invocateci, cosi fu detto. Però fu impossibile per loro parlare come fa l'uomo, non fecero altro che gracchiare, gridare, sibilare; senza manifestare nessuna forma di linguaggio, ciascuna specie, mormorava di una maniera differente.
Quando il Creatore e il Formatore, udirono che non potevano parlare, dissero l'uno all'altro: non hanno potuto pronunciare il nostro nome, nonostante siamo i loro creatori e formatori. Questo non sta bene, ripetettero tra di loro, Colui che genera, Colui che da l'essere. E dissero agli animali: voi sarete modificati, perché è impossibile per voi parlare; noi abbiamo cambiato la vostra parola; il vostro cibo e la vostra alimentazione, avrete le vostre tane, però saranno nei canneti e nei boschi, perché infatti nessuna gloria è perfetta se voi non ci invocate. Faremo esseri che possano salutarci: li faremo capaci di obbedire. Ora fate il vostro dovere; in quanto alla vostra carne, sarà masticata con i denti: così sia. Questo è il vostro destino. Così parlarono e notificarono questa cosa ai grandi e piccoli animali che esistono sopra la superficie della terra.
Allora vollero provare di nuovo, per vedere se riuscivano a parlare; fecero un nuovo tentativo, cercarono di trovare un nuovo modo di adorazione. Pero non comprendevano gli uni il linguaggio degli altri; non conclusero nulla e nulla potettero fare. Cosi le loro carni furono umiliate, e tutti gli animali che esistono sopra la superficie della terra, furono condannati ad essere ammazzati e mangiati.
Riproviamo di nuovo: già si sta approssimando il tempo della semina, vedete qui l'aurora che sta per sorgere; facciamo quello che devono essere i nostri sostentatori e nutritori.
Come faremo, ad essere invocati e commemorati sopra la faccia della terra? Già abbiamo provato con la nostra prima opera e creatura, e non è stato possibile essere stati salutati e adulati da loro. Per questo cercheremo di fare uomini obbedienti e rispettosi, che siano i nostri sostenitori e mantenitori. Così parlarono.
Allora la creazione e formazione dell'uomo ebbe luogo: di terra rossa fecero le sue carni. Videro che non era ben fatto: in effetti non c’era coesione, né consistenza: senza movimento, senza forza, era inetto, non muoveva la testa, il suo volto si muoveva solo da una parte, senza movimento, la sua vista era appannata e non poteva vedere dietro, era stato dotato del dono della parola, però non aveva intelligenza e in poco tempo fu consumato inesorabilmente dall’acqua.
Così il Creatore e il Formatore, dissero: più lavoriamo più è incapace di camminare, di moltiplicarsi: si faccia allora un essere intelligente, dissero, e allora distrussero ancora una volta la loro opera e creazione.
Subito dopo dissero: come faremo per far apparire un essere che ci adori ed invochi? Si consultarono di nuovo e dissero a Xpiyacoc e Xmucanè, al Tiratore di cerbottana Tlacnache, al Tiratore di cerbottana allo sciacallo riprovate di nuovo e vedete il tempo della sua formazione. Così dissero l’uno agli altri, il Creatore e il Formatore e parlarono con Xpiyacoc e Xmucanè. Ebbe luogo in seguito, un discorso con i loro indovini , la Nonna del sole, il Nonno della luce così come erano chiamate da quelli che sono il Creatore e il Formatore, e questi sono coloro che si chiamano Xpiyacoc e Xmucanè. E questi insieme a Huracan, parlarono con Tepeu, e Cucumaz, allora dissero a quelli del Sole, a quelli della Formazione, che sono gli Indovini: è tempo di concentrarsi di nuovo sopra i il disegno dell’uomo che dobbiamo formare, affinché questa volta sia il nostro sostenitore e nutritore, con il fine di invocarci e commemorarci. Comincia a parlare. Oh tu che generi e che dai la vita, nostro Nonno Xpiyacoc, e Xmucanè, fate che ci sia fatta la germinazione, che l’alba si schiarisca, che siamo invocati, che siamo adorati, che siamo commemorati, dall’uomo formato, dall’uomo creato, dall’uomo educato, dall’uomo modellato; fate che tutto questo sia fatto così. Manifestate il vostro nome, oh Tiratore di cerbottana al Tlacuache, oh Tiratore di cerbottana allo sciacallo, due volte generato, due volte creato, Gran cinghiale, Gran pungitore di spine, quello dello Smeraldo, l'Orafo, il Cesellatore, l’Architetto, il Dio del Planisfero verde, quello della Superficie azzurra, il Signore della resina, il capo del Toltecac, Nonno del sole, Nonno del giorno; siate chiamati così per la vostra opera le vostre opere e le vostre creature. Macinate il vostro mais, il vostro tzitè per vedere cosa succede se scolpiamo la sua faccia e la sua bocca nel legno; Giunse allora il momento di tentare la sorte e di salutare l'incantesimo del mais e del tzitè: Sole e Creature! Dissero allora un vecchio e una vecchia. Il vecchio era il maestro della fortuna dello tzitè, Xpiyacoc era il suo nome; la vecchia era l'Indovina, la Formatrice, il suo nome era Chiracan Xmucanè.
Così parlarono al momento in cui il sole giunse al meridiano: è già tempo di agire, di concertare; parla, che noi comprendiamo; che noi parliamo e diciamo, se è necessario che il legno sia lavorato e scolpito dal Formatore e Creatore; se questo sarà chi ci sostenterà e ci alimenterà, nel momento in cui si fa la germinazione e allo schiarire del giorno.
Oh! mais, Oh! tzitè, Oh! Sole, Oh! Creature, unitevi, accoppiatevi gli uni con le altre; così fu detto al mais, al tzitè, al Sole e alle Creature. E tu, oh! rosso Cuore del cielo, non fare abbassare la bocca e la testa di Tepeu, di Cucumaz.
Allora essi parlarono e dissero la verità: E' giusto che si facciano così i vostri manichini, lavorati nel legno, che parlino, che ragionino a loro volontà qui sulla faccia della terra. E così sia fatto, risposero. E all'istante furono fatti i manichini di legno; gli uomini si riproducevano, gli uomini ragionavano, e sono le genti che popolano la superficie della terra. Esistettero e si moltiplicarono; generarono dei figli e delle figlie, manichini lavorati nel legno, però non avevano la ragione né cuore, né intelligenza, né si ricordavano del loro Formatore e Creatore; conducevano un’esistenza inutile, e vivevano come animali. Non ricordavano il Cuore del cielo, e fu così che caddero in disgrazia: non erano nient'altro che un disegno, un tentativo di uomo; che parlarono subito, però il cui volto si seccò, senza consistenza erano i loro piedi e le loro mani, non avevano né sangue né sostanza, né umidità, né grasso, le mascelle erano secche (tutto quello che offriva il loro volto); aridi erano i loro piedi e le loro mani, deboli le carni. Era perché non avevano pensato di elevare la loro testa verso il Formatore e il Creatore, loro padre e loro Provvidenza. Oh, questi qui furono i primi uomini che in gran numero esistettero qui sulla faccia della terra.
Capitolo terzo
Immediatamente arrivò la fine di questi uomini, la rovina e la distruzione, di questi manichini lavorati di legno, che furono ugualmente messi a morte.
Allora le acque si gonfiarono per volontà del Cuore del cielo; ci fu una grande inondazione che coprì la testa di questi manichini, di questi esseri lavorati nel legno. Di tzitè era composta la carne dell’uomo. Ma prima che il giorno schiarisse fu scolpita dal Formatore e dal Creatore la carne della femmina e lo zibak entrò nella sua composizione per ordine del Formatore e del Creatore.
Ma gli esseri appena creati, non pensavano, non parlavano davanti al loro Formatore e Creatore, colui che li aveva fatti, colui che li aveva creati.
Fu così che furono distrutti; furono inondati, e una spessa resina cadde dal cielo. L'uccello chiamato Xecotcovach venne a strappargli gli occhi dalle orbite, il Camalotz venne a staccargli la testa; il Cottzbalam a divorare le loro carni; il Tecumbalam venne a recidere i tendini e a triturare le ossa e le cartilagini; i loro corpi furono ridotti in polvere e dispersi, come castigo, per non aver pensato alla loro madre e al loro padre, Cuore del Cielo, il cui nome è Hurakan; a causa di ciò, la faccia della terra si oscurò, pioggia di giorno, pioggia di notte.
Giunsero allora gli animali grandi e piccoli, gli uomini furono colpiti in faccia dai bastoni di legno e dalle pietre: tutto quello di cui si erano serviti parlarono, i loro piatti, le loro pentole,i loro cani, le loro galline, li colpirono in faccia.
E perché ci avete trattato male; ci avete mangiato; adesso ad essere tormentati sarete voi, dissero i cani e le galline.
E le metates dissero a loro volta: siamo stati tormentati da voi; quotidianamente, di giorno e di notte, sempre holi, holi, huqui,huqui, abbiamo sofferto per causa vostra: però ora che non siete più uomini, vi faremo sentire la nostra forza; sarete molati e le vostre carni ridotte in polvere, dissero le metates.
Quando fu la volta dei cani, dissero: perché non ci avete dato da mangiare? Appena ci vedevate ci cacciavate via perseguitandoci. Il bastone per picchiarci era sempre li pronto al vostro fianco, mentre voi mangiavate.
E' così che ci avete trattato, perché eravamo incapaci di parlare.
Per questo, vi daremo la morte. Perché non ragionavate e non pensavate ad altro che a voi stessi. E' per questo che distruggeremo, e vi faremo provare i denti che sono sulla nostra bocca; vi divoreremo, dissero i cani e distruggeremo la vostra faccia.
Quando fu la volta delle pentole e dei tegami, dissero: siete stati la causa dei nostri mali, avete affumicato la nostra bocca e la nostra faccia; sempre esposti al fuoco, ci avete fatto bruciare, nonostante noi non provassimo nulla;
voi sentirete tutto questo perché noi vi faremo bruciare, dissero le pentole, insultandoli. Le pietre del focolare fecero altrettanto, chiedendo al fuoco di bruciare le loro teste, come castigo per tutto il male arrecato.
Allora fu visto l'uomo correre, pieno di disperazione: vollero salire in casa, ma la casa crollò facendoli cadere a terra; provarono ad arrampicarsi sugli alberi, ma gli alberi, scuotendosi li fecero allontanare; tentarono di entrare nelle caverne, ma le caverne si serrarono davanti a loro.
Così si compì la rovina di questi uomini, gente destinata ad essere distrutta e disprezzata.
Si dice che i loro discendenti sono delle piccole scimmie che oggi vivono nei boschi; questo é quanto resta di loro, perché solo di legno furono fatte le loro carni dal Formatore e dal Creatore. Ecco perché queste piccole scimmie rassomigliano all'uomo, segno di un'altra razza di esseri umani che furono manichini, uomini scolpiti nel legno.

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